RACCONTI

Freddo
di Marco Badiali

1) Ho steso la vela su un tappeto di neve farinosissima. Fa talmente freddo che sembra sabbia, non si scioglie nemmeno se la prendi in mano. Il termometro segna meno 4, sono le 4 del pomeriggio e il sole si sta già abbassando sull'Appennino scintillante. Che bella giornata! Il cielo è azzurro chiaro e sfuma verso il bianco abbassandosi sull'orizzonte.
Le maniche a vento sembrano ghiacciate, sono inclinate a 45 gradi ma immobili. Il vento a terra è praticamente costante, proviene da Sud Ovest. Controllo più di una volta se è vero, con una simile temperatura mi sarei aspettato un vento settentrionale. Oggi sono a pieno carico, col pieno di carburante, l'emergenza, gli strumenti, la macchina fotografica e l'abbigliamento invernale. Sono vicino ai 125Kg PTV. Per sedermi nella selletta mi appoggio sulla neve e la sensazione è di essere sulla spiaggia, la neve è molto comoda, come un cuscino, e soprattutto non sporca e non bagna come il pantano in cui ci siamo mossi fino a pochi giorni fa. Mi alzo in piedi e ricontrollo ancora la direzione del vento, che è molto costante da Sud Ovest. Accendo il motore e provo a dare un poco di manetta. Si alza un turbine di neve polverosissima che scintilla al sole. OK per il decollo, un'ultima occhiata alla Queen, poi avanzo fronte vento tendendo i cordini. Con i cordini tesi, faccio i primi tre passi a bassa velocità affondando nella neve e sento una rassicurante trazione simmetrica dagli elevatori, buon segno, la vela sta salendo regolarmente, devo andare a sensazione perchè con il sottocasco antivento  non mi giro bene. La vela sale perfettamente sostenuta dalla densa aria gelata. Ancora un paio di passi ed è in assetto. Bene, ora porto il gas a 3/4 e la spinta non si fa attendere. Ancora tre quattro impronte sempre meno marcate sul manto nevoso poi la traccia finisce nel nulla. Mi alzo a una cinquantina di metri e viro a 180° verso Nord, in direzione della pianura. In breve raggiungo il primo punto noto, l'acquedotto dei Boschi, da qui punto direttamente verso l'acquedotto di San Vito a circa 7 Km a Nord. Con meraviglia mi accorgo che è presente un po' di attività termica, con bolle forse generate dai contrasti fra i campi bianchi e i boschetti scuri o le rare zone scoperte, fatto sta che ogni tanto arriva qualcosa. E' comunque poca cosa, e mantengo senza problemi la direzione impostata. Il GPS mi informa che sto volando a 44Km/h, vuol dire che ho circa 12Km/h di vento da dietro. Le colline digradano ora verso il piano e tolgo motore per seguirne il profilo. Supero la statale pedemontana Maranello-Vignola e proseguo sorvolando Sant'Eusebio verso San Vito, sorvolando i grandi campi a foraggio ora completamente coperti. Il canale di San Pietro scorre ancora nonostante il gelo scintillando fra la neve, lo supero e mi porto sul torrente Guerro che seguo fino all'attraversamento di san Vito. Da qui vedo bene l'Autostrada del Sole ed il raccordo di Modena Sud. Punto ora in quella direzione (Nord Est) mantenendo ancora circa 70 metri di quota in modo da superare in sicurezza le linee elettriche di potenza che corrono parallele all'Autostrada. Vedo ora anche il Panaro che scorre fra i ghiacci sulla mia destra. Ora sono in prossimità di San Donnino e vedo a 2 Km a Nord ancora San Damaso. Modena emerge dalle nevi ad altri 5 KM a Nord Ovest. Il sole è basso sull'orizzonte, quasi sopra il castello di Monfestino che si staglia con la sua inconfondibile sagoma assieme al Cimone ed al Cusna scintillanti. Sopra di me qualche centinaio di metri passa un aereo diretto all'aeroporto di Bologna, sto per entrare nella zona controllata. Le mani cominciano ad accusare il freddo, è giunto il momento di rientrare alla base. Giro verso Sud con direzione 180°. La velocità scende fino a 20Km/h. Tolgo le mani dai comandi per sgranchirmi un po' e cerco di mantenere la rotta con gli spostamenti nella selletta. Il sole è definitivamente scomparso ormai e mi rimangono ancora 6-7 Km. Tengo meno di metà gas, è il primo volo con questo motore e la Queen, e vuoi la caratteristiche dell'ala, vuoi l'aria densissima, basta veramente poco per salire a tassi notevoli. Le auto sotto di me accendono i fanali, sorvolo ancora i laghetti ghiacciati e finalmente sono in vista della pista. Ai bordi vedo una figura scura, mi avvicino ancora e riconosco l'amico Gianluca, che viene spesso a trovarmi quando mi vede volare. Faccio un giro sul campo e ho la conferma che il vento viene ancora da Sud Ovest. Mi allineo ed atterro praticamente fermo nello stesso punto in cui ero decollato. Una bella risata ed un saluto a Gianluca, che non vedevo da un po'. Portiamo il motore in casa e torniamo a riprenderci la vela. E'rimasta sulla neve ma è asciuttissima come nemmeno d'estate, quando la rugiada serale la riveste di goccioline. La pieghiamo assieme e la mettiamo nel sacco. Conto i passi per il decollo. Credo siano meno di 10 metri. Ormai è quasi buio. Il termometro della macchina segna ora meno 6.
Stacco la batteria dal motore. Cosa c'è di meglio che un bel volo e un buon atterraggio finale? Mentre rientro a casa in macchina rivedo i luoghi sorvolati poco prima, ormai avvolti dall'oscurità e dal gelo. Nella notte la minima in campagna toccherà i meno 11.

2) In questi giorni i contadini potano le vigne del lambrusco. I rametti tagliati vengono accatastati e bruciati. I pennacchi di fumo si sollevano per qualche metro poi deviano unendosi al vento. Seguendo il tracciato dei fumi si può vedere il percorso dell'aria fra le colline. Mi soffermo qualche minuto a scrutare la scena. Il cielo è grigio, il terreno scuro, gli alberi senza fogliame non aiutano a stimare la velocità del vento, bisogna guardare i pochi fili d'erba alta scampati all'ultimo taglio e soprattutto, grazie al "wind chill", convertire il freddo alle orecchie in km/h.
E' ora di procedere. La vela è stesa, ho dedicato qualche minuto a cercare la zona più asciutta, non è stato facile, alla fine mi sono rassegnato a cercare almeno quella meno fangosa. Il motore è già caldo, mi imbrago, mi alzo in piedi ed afferro le bretelle. L'aria è quasi calma, mi devo preparare e concentrarmi perchè sono i decolli più difficili. Mi spiacerebbe dover ricominciare le operazioni di preparazione. Aziono lo starter, il motore parte al primo giro, rompe il silenzio della campagna col suo suono regolare. Provo ad aumentare i giri. Mi devo fermare a poco più di metà, diversamente scivolerei in avanti, i piedi non fanno troppa presa oggi. Inspiro con forza e via ! La vela si alza composta, le butto un occhiata e come ogni volta che tutto va bene sono piacevolmente soddisfatto, non c'è tempo di complimentarsi, è ora di decollare. In pochi passi chiedo al motore il 100%. Lo scarico risuona rotondo e l'elica si avvita nella densa aria padana. Ben presto la spinta si fa sentire, sono letteralmente strappato via dal prato fangoso e sarà la forza del nuovo motore, sarà il gradiente di vento, mi trovo in un confortevole più quattro che comporta 100 metri di quota tutti di un fiato. Gran cosa la potenza, penso fra me mentre mi aggiusto nell'imbrago. Scendo subito a 5000 giri. Punto verso le colline sovolando tante case rurali avvolte dall'illuminazione di Natale. Oggi è la vigilia, immagino che in molte di queste case si staranno preparando i tortellini e gli zamponi. Le luci sulle recinzioni, con un po di fantasia, sembrano quelle di piccole piste di atterraggio. Vedo molte più macchine del solito nei cortili delle case. Evidentemente oggi pochi sono in giro per il lavoro. Il gps comunica 42Km/h e volo livellato. Procedo a sud est fino ai cipressi di Santa Croce. Su questa collina si può veleggiare con venti da Nord est, oggi però sembra prevalere il nord ovest. Infatti il pendio non da nulla di buono, e dopo un paio di passaggi decido di abbandonarlo. Punto verso est in direzione di Vignola, che vedo a 3 km davanti a me. E' tutta una luce multicolore, anche se la foschia cerca di coprire col suo grigio le decorazioni delle feste.
La temperatura non è rigida, sono 5 gradi, ma l'umidità è alta. La tentazione di protrarre il volo fino a dopo il tramonto, per vedere meglio tutti gli alberi decorati nei giardini delle case è grande. Però prevale la ragione. Punto di nuovo verso la base, a Nord. Ancora 4 km. L'aria è ora talmente calma, che quasi senza accorgermene mi trovo a volare a 20 metri sopra i campi. Provo a passare sopra le case, capisco cosa prova Babbo Natale sulla sua slitta volante. Ecco il mio campo. Da dove verrà il vento ? Chissà. Provo ad atterrare verso Sud Ovest. Nel raccordo finale capisco che sarà un atterraggio un pò rude. Provo a correre ma le gambe intirizzite non rispondono come dovrebbero. Per fortuna niente da segnalare. Ripongo in fretta vela e motore, devo rientrare a casa per gli ultimi preparativi per la cena della vigilia.  La bimba mi chiede se stasera verrà Babbo Natale. Le rispondo di sì, tengo per me il dubbio, se riuscirà a stallare meglio di me la sua slitta, temo per il nostro lucernaio...


Marco Badiali

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